Ecomuseo di Cascina Moglioni

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Ecomuseo di Cascina Moglioni

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La Baita
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13 Via G. di Vittorio

Sightseeing

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Acqui Terme
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Libarna Archaeological Area
63 Via Arquata
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Forte di Gavi
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Madonna delle Rocche
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Tagliolo Castle
1 Via Castello
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Parks & Nature

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Laghi del Gorzente
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Laghi di Lavagnina
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Si segue la strada provinciale SP165 che attraversa il territorio del Parco “Capanne di Marcarolo” fino al km. 19+200, dove si parcheggia l’auto nei pressi del Rifugio Escursionistico “Nido del Biancone”. Dal rifugio (m 721) il percorso prosegue sulla strada provinciale fino al successivo bivio, dove prende a destra in direzione di Campo Ligure; dopo circa 400 metri il percorso lascia l’asfalto in corrispondenza di un cancello e prende una carrozzabile sterrata che si snoda tra i pini alle pendici del Bric dei ladri. Superate due abitazioni la carrareccia prosegue nel bosco tra esemplari di rovere (Quercus petraea) e sorbo montano (Sorbus aria), posti sul versante dove si trovano le sorgenti del Torrente Piota; più avanti si trovano boschetti di faggio (Fagus sylvatica), alternati a spazi aperti che offrono vedute panoramiche sul territorio di Capanne. La carrareccia si restringe divenendo una traccia che attraversa gli ampi pascoli sommitali, punteggiati da affioramenti rocciosi e piccoli boschetti e arriva al bivio dove si stacca il sentiero che scende a Campo Ligure, contraddistinto dal segnavia quadrato giallo, mentre il sentiero 413 (tre pallini gialli) prosegue a mezza costa fino a giungere ad un altro bivio, dove incrocia il sentiero 424, proveniente da località Magnoni. In corrispondenza del bivio il sentiero svolta a sinistra, raggiunge una piccola anticima dove piega nuovamente a sinistra e con un’ultima, breve rampa raggiunge la sommità del Monte Pracaban (m 946) dal quale, nelle giornate terse, lo sguardo spazia dai vicini rilievi del Monte Tobbio e del Monte delle Figne al Mar Ligure e all’arco alpino.
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Capanne di Marcarolo Doğal Parkı
SP165
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Si segue la strada provinciale SP165 che attraversa il territorio del Parco “Capanne di Marcarolo” fino al km. 19+200, dove si parcheggia l’auto nei pressi del Rifugio Escursionistico “Nido del Biancone”. Dal rifugio (m 721) il percorso prosegue sulla strada provinciale fino al successivo bivio, dove prende a destra in direzione di Campo Ligure; dopo circa 400 metri il percorso lascia l’asfalto in corrispondenza di un cancello e prende una carrozzabile sterrata che si snoda tra i pini alle pendici del Bric dei ladri. Superate due abitazioni la carrareccia prosegue nel bosco tra esemplari di rovere (Quercus petraea) e sorbo montano (Sorbus aria), posti sul versante dove si trovano le sorgenti del Torrente Piota; più avanti si trovano boschetti di faggio (Fagus sylvatica), alternati a spazi aperti che offrono vedute panoramiche sul territorio di Capanne. La carrareccia si restringe divenendo una traccia che attraversa gli ampi pascoli sommitali, punteggiati da affioramenti rocciosi e piccoli boschetti e arriva al bivio dove si stacca il sentiero che scende a Campo Ligure, contraddistinto dal segnavia quadrato giallo, mentre il sentiero 413 (tre pallini gialli) prosegue a mezza costa fino a giungere ad un altro bivio, dove incrocia il sentiero 424, proveniente da località Magnoni. In corrispondenza del bivio il sentiero svolta a sinistra, raggiunge una piccola anticima dove piega nuovamente a sinistra e con un’ultima, breve rampa raggiunge la sommità del Monte Pracaban (m 946) dal quale, nelle giornate terse, lo sguardo spazia dai vicini rilievi del Monte Tobbio e del Monte delle Figne al Mar Ligure e all’arco alpino.
Appennino Ligure
L’Ecomuseo di Cascina Moglioni, istituito nel 1996, è stato tra i primi nati in Italia, insieme all’Ecomuseo della Segale – Aree Protette Alpi Marittime, all’Ecomuseo Colombano Romean – Aree Protette Alpi Cozie, all’Ecomuseo Basso Monferrato Astigiano – Associazione Basso Monferrato Astigiano. Gestito, come già ricordato, dall’Ente Aree Protette Appennino Piemontese (già Ente Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo), ha sede presso un’antica cascina della zona di Capanne di Marcarolo (punto GPS 44.568897, 8.778814), vicino al sito storico della Benedicta, località nota perché teatro di un terribile rastrellamento, avvenuto nella primavera del 1944, nel quale persero la vita più di cento giovani antifascisti. La zona di Capanne di Marcarolo, istituita a Parco Naturale Regionale nel 1979, già agli inizi degli anni ’80 era stata a fondo indagata proprio per le sue particolarità non solo naturalistiche ma anche storico-antropiche, dovute al lungo isolamento geografico rispetto ai centri urbani limitrofi. L’Ecomuseo si trova in un contesto naturale estremamente suggestivo, tra boschi di faggio, castagni secolari e praterie umide che ospitano specie vegetali e animali di grande interesse. Tra le tante specie presenti ricordiamo: Zerynthia cassandra, con la sua pianta nutrice Aristolochia rotunda, Euphydryas provincialis, con la sua pianta nutrice knautia arvensis, Neotinea tridentata, Neotidea ustulata, presenti nei prati della cascina; Ichthyosaura alpestris apuana, Bubo bubo, Caltha palustris, Eriophorum angustifolium, Narcissus pseudonarcissus concentrati in particolare nella zona umida intorno alla pozza d’acqua; Dryocopus martius, nelle faggete mature e Canis Lupus, avvistato nelle pertinenze della struttura. Poche sono le notizie storiche circa la Cascina Moglioni, il cui nome deriva dal termine dialettale muiuìn che significa zona umida, habitat diffuso nelle pertinenze dell’abitato. Essa viene citata, per la prima volta, in un documento della seconda metà del ‘700 (il cosiddetto Cabrero di Campo Freddodel 1782, compilato dal Capitano Giacomo Brusco, ingegnere e cartografo al servizio della Repubblica di Genova), tra le diverse proprietà della famiglia Spinola, famiglia nobile genovese che possedeva molti terreni e case rurali in zona9; da testimonianze più recenti sappiamo inoltre che essa è stata abitata da diverse famiglie, fino all’inizio degli anni ’70 periodo storico in cui si è registrato un massiccio abbandono della zona da parte degli abitanti, i Cabané, scesi nelle città limitrofe in cerca di condizioni di vita migliori. Per quanto r iguarda la struttura, l ’ecomuseo s i sviluppa su due edifici paralleli tra loro un tempo utilizzati rispettivamente come stalla e fienile (costruzione a destra, nell’immagine ) e come abitazione (costruzione a sinistra, nell’immagine), gli abitati presentano tipici tetti molto spioventi (a 45° gradi), l’uno ricostruito con le tipiche tegole della zona dette pisanin, l’altro con scandole di legno di castagno.
Ecomuseo Di Cascina Moglioni
L’Ecomuseo di Cascina Moglioni, istituito nel 1996, è stato tra i primi nati in Italia, insieme all’Ecomuseo della Segale – Aree Protette Alpi Marittime, all’Ecomuseo Colombano Romean – Aree Protette Alpi Cozie, all’Ecomuseo Basso Monferrato Astigiano – Associazione Basso Monferrato Astigiano. Gestito, come già ricordato, dall’Ente Aree Protette Appennino Piemontese (già Ente Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo), ha sede presso un’antica cascina della zona di Capanne di Marcarolo (punto GPS 44.568897, 8.778814), vicino al sito storico della Benedicta, località nota perché teatro di un terribile rastrellamento, avvenuto nella primavera del 1944, nel quale persero la vita più di cento giovani antifascisti. La zona di Capanne di Marcarolo, istituita a Parco Naturale Regionale nel 1979, già agli inizi degli anni ’80 era stata a fondo indagata proprio per le sue particolarità non solo naturalistiche ma anche storico-antropiche, dovute al lungo isolamento geografico rispetto ai centri urbani limitrofi. L’Ecomuseo si trova in un contesto naturale estremamente suggestivo, tra boschi di faggio, castagni secolari e praterie umide che ospitano specie vegetali e animali di grande interesse. Tra le tante specie presenti ricordiamo: Zerynthia cassandra, con la sua pianta nutrice Aristolochia rotunda, Euphydryas provincialis, con la sua pianta nutrice knautia arvensis, Neotinea tridentata, Neotidea ustulata, presenti nei prati della cascina; Ichthyosaura alpestris apuana, Bubo bubo, Caltha palustris, Eriophorum angustifolium, Narcissus pseudonarcissus concentrati in particolare nella zona umida intorno alla pozza d’acqua; Dryocopus martius, nelle faggete mature e Canis Lupus, avvistato nelle pertinenze della struttura. Poche sono le notizie storiche circa la Cascina Moglioni, il cui nome deriva dal termine dialettale muiuìn che significa zona umida, habitat diffuso nelle pertinenze dell’abitato. Essa viene citata, per la prima volta, in un documento della seconda metà del ‘700 (il cosiddetto Cabrero di Campo Freddodel 1782, compilato dal Capitano Giacomo Brusco, ingegnere e cartografo al servizio della Repubblica di Genova), tra le diverse proprietà della famiglia Spinola, famiglia nobile genovese che possedeva molti terreni e case rurali in zona9; da testimonianze più recenti sappiamo inoltre che essa è stata abitata da diverse famiglie, fino all’inizio degli anni ’70 periodo storico in cui si è registrato un massiccio abbandono della zona da parte degli abitanti, i Cabané, scesi nelle città limitrofe in cerca di condizioni di vita migliori. Per quanto r iguarda la struttura, l ’ecomuseo s i sviluppa su due edifici paralleli tra loro un tempo utilizzati rispettivamente come stalla e fienile (costruzione a destra, nell’immagine ) e come abitazione (costruzione a sinistra, nell’immagine), gli abitati presentano tipici tetti molto spioventi (a 45° gradi), l’uno ricostruito con le tipiche tegole della zona dette pisanin, l’altro con scandole di legno di castagno.

Entertainment & Activities

UCI Cinemas Alessandria
Via Rana
Teatro Splendor
3 Via G. D. Buffa

Getting Around

Lerma, Piedmont

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Ospedale Civile di Ovada Pronto Soccorso
22 Via Bernardo Ruffini
Ospedale Infantile, Pronto Soccorso Infantile
46 Spalto Marengo